MEDICINA - ERBORISTERIA - PRUGNO (Prunus domestica L.)

Pianta della famiglia delle Rosaceae, originaria dell'Asia occidentale e dell'Europa sud-orientale, coltivata come pianta da frutto in numerose varietà.

GENERALITÀ
Il prugno è un albero con foglie ellittiche, larghe o allungate o quasi lanceolate, secondo le varietà. Normalmente è molto ramificato, con rami glabri o appena pelosi da giovani, a corteccia bruno-nerastra lucida nei giovani rami, mentre nel fusto e nei rami più vecchi diventa screpolata e suberificata.
I fiori sono riuniti in infiorescenze fascicolari e sono portati da peduncoli abbastanza lunghi e glabri. Ogni singolo fiore ha un calice formato da cinque petali di forma lanceolata, ricoperti da fitti peli morbidi, soprattutto nella parte interna. La corolla è formata da cinque petali di colore bianco, di forma ovale o ovoidale, con la base ristretta a cuneo.
I frutti sono delle drupe rotonde od oblunghe di colore verde, rosso, rosso-bruno violaceo o giallo. La superficie esterna del frutto è ricoperta da pruina; la polpa interna è carnosa e contiene un nocciolo che racchiude un unico seme.
Per scopi terapeutici si utilizzano la corteccia dei rami e i frutti.

IMPIEGO TERAPEUTICO
I frutti hanno proprietà dissetanti, rinfrescanti, vitaminizzanti; sono dei buoni regolatori intestinali per le loro blande virtù lassative.
La corteccia ha soprattutto proprietà astringenti, per l'elevato contenuto in sostanze tanniche e principi amari. I frutti contengono invece acidi organici, sostanze pectiche, vitamine, nonché zuccheri e sali minerali.
Allo stato secco i frutti crudi o cotti sono dietetici, soprattutto per i bambini e per le persone anziane deboli e convalescenti.
Sia secchi che cotti, i frutti stimolano, per l'elevato contenuto di pectine e fibre vegetali, la motilità intestinale, favorendo l'evacuazione. Il frutto del prugno ha inoltre deboli proprietà colagoghe, che facilitano l'assimilazione del cibo e l'eliminazione delle scorie intestinali.
La polpa del frutto per uso esterno viene utilizzata soprattutto in cosmetica, per la preparazione di maschere vitaminizzanti e idratanti, emollienti, particolarmente indicate per pelli secche e irritate.
I preparati a base di corteccia esercitano attività febbrifughe, specie nei casi di febbri intermittenti o conseguenti a malattie da raffreddamento.
I semi del prugno contengono in elevata quantità acido cianidrico e glucosidi cianogenetici, per cui risultano particolarmente tossici.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizza la polpa dei frutti secchi, soprattutto cotti, per regolare le funzioni intestinali.
Le prugne secche devono essere ammollate in acqua per qualche ora, quindi cotte per una mezz'ora in poca acqua.
Per evitare azioni lassative troppo spinte bisogna limitare l'uso a una decina di frutti per giorno.
Per uso interno si utilizza anche la corteccia, con la quale si prepara un decotto nella dose di 20 g per litro di acqua.
Si lascia bollire per 10 minuti poi si filtra per tela.
Il decotto così preparato va preso nella dose di 1-2 tazzine al giorno, come coadiuvante di altri febbrifughi.
Internamente il decotto esercita proprietà astringenti.

- Uso cosmetico: si utilizza la polpa del frutto fresco per la preparazione di maschere che hanno azione vitaminizzante, tonificante, acidificante ed emolliente, specie sulle pelli senescenti, rilassate e secche

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La corteccia dei rami si raccoglie all'inizio della primavera o in autunno, staccandola con un coltello dai rami dopo averli recisi dalla pianta. Per evitare di provocare danni alla pianta, è bene servirsi dei rami che sono stati potati.
I frutti si raccolgono alla loro maturazione: a seconda delle varietà, da luglio a settembre. Vanno seccati al sole o in essiccatoi, a una temperatura non superiore ai 40-50°. Si conservano in scatole di legno o in sacchetti di carta chiusi.
Il prugno si coltiva in orti e giardini trapiantando giovani piante già innestate che possono essere acquistate presso floricultori o vivaisti.
L'epoca preferita per il trapianto è il tardo autunno, quando la pianta ha già perso le foglie, oppure l'inizio della primavera, prima che abbia iniziato la vegetazione. Si deve scavare una fossa profonda con qualche giorno di anticipo prima di porre a dimora la pianta. L'apparato della giovane pianta va disteso bene in fossa e poi ricoperto di terriccio soffice e ben lavorato.
La pianta va assistita con irrigazioni durante il primo anno di vegetazione, per facilitarne l'attecchimento. In seguito, data la profondità delle radici, non ha più bisogno di particolari attenzioni.
Il prugno viene bene in qualsiasi tipo di terreno, dal piano a una altitudine di 700-800 m.
 

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